L’evoluzione/involuzione dell’Umanità ha un nome: Plastica. Il materiale contemporaneo per eccellenza invade la quotidianità, pervade ogni gesto e attimo. I soggetti ritratti condividono lo spazio scenografico con la plastica, ne vengono fagocitati, sommersi o ricoperti, in un crescendo catulliano di “Odi et Amo”. Anche in questo caso, la narrazione sottesa all’estetica del progetto carica di significati intrinsechi la scena rappresentata, denunciando l’eccessiva presenza della plastica nelle nostre vite e l’incapacità di riconoscerne la minaccia ambientale da parte dell’Uomo. Dal 2008.
The evolution / involution of Humanity has a name: Plastic. The contemporary material par excellence invades everyday life, pervades every gesture and moment. The subjects portrayed and the scenographic space with plastic are engulfed, submerged or covered by it, in a Catullian crescendo of “Odi et Amo”. Also in this case, the narrative underlying the aesthetics of the project charges the represented scene with intrinsic meanings, denouncing the excessive presence of plastic in our lives and the inability to recognize the environmental threat on the part of man. Since 2008.